Sino al 15 settembre, un palazzo vuoto nel cuore di Milano sarà temporaneamente abitato da animali immaginari che si cibano di uomini. Inventati e disegnati dai ragazzi dell’Atelier dell’Errore, laboratorio di sostegno alle attività della Neuropsichiatria Infantile di Reggio Emilia.
L’Atelier dell’Errore nasce nel 2003 come atelier di attività espressive per la Neuropsichiatria Infantile dell’ Ausl di Reggio Emilia da un’idea e da un progetto di
Luca Santiago Mora in collaborazione con L’Indaco Atelier di Ricerca Musicale
Dico sempre, non so di dove vengano bestie come quelle lì, né dove andranno a riparare, una volta apparse.
Affiorano in lunghi pomeriggi, da innocenti fogli bianchi, così innocenti da far paura ad ogni inizio, ai ragazzini che, gli hanno detto, non sanno disegnare.
A me fanno specie gli occhi, sempre nuovi, mai uno simile all’altro, nemmeno nello stesso paio.
Ricordo bene in atelier, quanta energia richieda loro un occhio.
Per quello, forse, li lasciano sempre in ultimo, come il soffio, dopo terra e sputo.
In quel gesto, ognuno ha una sicurezza tutta sua, che nemmeno quella, non ho mai capito di dove venga, e perché, al più presto, rientrando, scompaia.
Senza lasciar traccia nell’ordinario.
Per questo mi vien da pensare che, proprio lì, in quel punto inanellato variamente, affondi un archivio di esseri mai nati, o da sempre sopra-vissuti, al quale possa attingere, per vie celesti, solo chi in qualche modo è preda di un’attrazione celeste.
Noi, gravati d’attrazione terrestre, non possiamo che ammirare e rimirare tanta meraviglia.
Da quattro anni in atelier si disegnano solo animali, da mondi lontani, mai visti, mai ricordati prima.
Si è venuto così a costituire un esteso corpus da un’ultra-zoologia sorprendente, volta a trascendere lo scontato immaginario di animalità.
Dicono i ragazzini che questi animali sono quelli che non hanno dato retta a Noè, che non ci son voluti salire, sull’arca, o sono arrivati in ritardo, come a scuola. Poi tutta l’acqua di quaranta giorni e quaranta notti, e sono tutti morti, estinti tutti. Altri invece, non hanno ancora messo zampa sulla terra. In lenta marcia, per lunghe fila, nei cieli, ad arrivare fin quaggiù, ma ci vorrà tempo, un lungo tempo…
Se ci saremo ancora.
Le bestie che stanno qui nel bestiario, non si danno a mani addestrate tipo adulto o bambino ben scolarizzato. Nascono da demiurghi-pastori-allevatori speciali, come i ragazzini dell’atelier, da mondi speciali, a volte anche molto sofferti, e sofferenti.
Fascia d’età dei ragazzini: 7-12 anni.
Etichetta di consegna dal mittente, difficoltà in ordine sparso: apprendimento, attenzione, concentrazione, marginalità, caratterialità, hyper, down, e anche autistici, che restano un enigma per tutti.
Molti dei ragazzini, in atelier arrivano educati alla convinzione di non saper disegnare.
O peggio, arrivano a dire: “Io non posso disegnare”. E allora è difficilissimo tirarli fuori da quelle convinzioni lì.
Soccombenti come, non sanno darsi fiducia, e così, all’inizio, pure in atelier hanno paura, e gli sembra tutto difficile, e sopra-tutto, tutto ma proprio “tutto perfettamente inutile”.
In atelier si disegna di nervi e cuore, poca testa, poche “regole”, inevitabili, determinanti, unica bussola di riferimento per una navigazione a braccio come la nostra, fra improvvisi ed insondabili banchi di nebbia, minacciosi icebergs, che sono le loro personalissime difficoltà, capaci di mandare a picco una flotta intera di arche stracolme di buone buonissime intenzioni.
luca santiago mora
IL SITO dell’Atelier